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La legnaia

Ultimo Aggiornamento: 10/07/2007 14:36
10/07/2007 14:36
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Sesso: Maschile
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Avevano perlustrato la zona in lungo e in largo. Non sembrava esserci nessun luogo ospitale per una coppia di "clandestini" che volevano soltanto passare qualche ora per conto loro.

Soltanto una piccola macchia scura aveva attirato la loro attenzione. Tornarono indietro e videro che si trattava di un stretto passaggio fra il fogliame di alcuni alberi, che nascondeva un piccolo deposito di legna.

Era l'unico posto in cui potevano fermarsi, e si fermarono.

C'era una piccola catasta di legna: rami tagliati e lasciati lì in ordine, uno sull'altro, forse a seccare, forse soltanto in attesa di essere prelevati e fatti bruciare. Come anime in attesa di una vita, assurda, effimera, oppure luminosa e scoppiettante: a seconda dei punti di vista.

Più in basso, quel sentierucolo conduceva al greto di un torrente, asciutto. Pietre levigate, chiare, parlavano di un'acqua che scorre veloce, quasi impaziente di buttarsi giù nella valle, più avanti, e poi nella grande pianura, un tempo acquitrinio, ed ora ben coltivata in ogni suo metro di terra, via via, fino al mare.

Oltre il torrente, ricominciavano gli alberi e fitta vegetazione.

Si sedettero sopra due ciocchi lasciati appositamente, forse, a far da sedili per le soste del legnaiolo. Nascosta nella catasta di legna, occhieggiava una bottiglietta, di quelle piccole dell'acqua minerale, mezza piena di un liquido rossastro: senza dubbio benzina, per la modesta sega a motore usata per tagliare la legna. Lei prese il sacchetto contenente le cose che avevano comprato da mangiare, su in paese: due panini, uno al prosciutto cotto e uno col crudo, sei crostatine alla marmellata di visciole, alcune fette biscottate e un vasetto di crema allo zenzero.

Mangiarono in fretta i panini, praticamente in silenzio. Le crostatine le avevano già addentate prima di fermarsi, per calmare la fame e per nutrire la curiosità: infatti, erano buonissime, la marmellata sembrava fatta in casa dalla nonna.

Poi, bevuta un po' d'acqua, passarono ad aggredire la crema allo zenzero: le fette biscottate erano un po' troppo grandi per entrare nel piccolo barattolo e prelevare la crema, così lui ne ruppe un paio, ricavandone alcuni pezzi stretti e lunghi. In pochi morsi la crema allo zenzero si era ridotta alla metà.

Il magico potere dello zenzero, in realtà, lo avevano scoperto durante una delle loro precedenti "uscite", assaggiando una tavoletta di cioccolata allo zenzero. Erano subito stati d'accordo sul suo potere afrodisiaco. Anche stavolta fece effetto. O forse sarà stata l'atmosfera calma intorno, appena rigata dal frinire delle cicale e dal rumore lontano di qualche macchina di passaggio, lassù, sulla strada.

...
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